Serata con Simone Petronio
by Davide (43) | 0 commenti | 4359 visite
Petronio Simone nasce nel 1980, all’età di 13 anni conosce e inizia a coltivare la passione per il bonsai, prima come hobby e successivamente come professione. Perito informatico specializzato di formazione, ben presto si lascia coinvolgere totalmente dalla filosofia giapponese, dall’amore per la natura e dall’incredibile universo di conoscenze che stanno dietro alla realizzazione e coltivazione di un bonsai di alta qualità; lasciando così la professione come informatico, dall’età di 18 anni si dedica alla crescita di un’azienda appena nata nel settore: Nippon Bonsai. L’inizio di un percorso che lo porta a specializzarsi sul bonsai e il giardino giapponese, frequentando una formazione di 8 anni con il maestro giapponese Hideo Suzuki, istruttore federale riconosciuto dalle scuole bonsai in Giappone, acquisendo cosi’ anche il diploma di istruttore in materia. Dopo 7 anni come responsabile della suddetta azienda, divenuta ormai leader nel settore a livello europeo per l’importazione di esemplari dal giappone e per la realizzazione di giardini giapponesi, Simone, dopo aver conosciuto e lavorato con diversi maestri e personaggi giapponesi nel panorama bonsaistico, acquisisce l’importanza della conoscenza e della consapevolezza delle energie sottili che stanno attorno alla crescita di una pianta e non solo. La conoscenza dell’informatica, della fisica, dell’elettronica, della biochimica, della botanica e della filosofia giapponese gli permettono di realizzare che ci sono molte più cose di quello che si può pensare dietro ad un processo naturale di crescita biologica, come l’energia, le frequenze e molto altro ancora… Lascia così l’azienda per intraprendere numerosi e ulteriori percorsi di formazione come la Kinesiologia Specializzata e la Craniosacral Therapy, che gli permettono di acquisire non solo le funzionalità dei ritmi biologici delle creature vegetali e i loro principi curativi (Aromaterapia, Fitoterapia e Micoterapia), ma anche di quelle animali ed umane; tutte cose che tra l’altro il lontano oriente conosce e usa da migliaia di anni. I diversi viaggi in Giappone, a contatto con i maestri Bonsai e con lo stile di vita giapponese, oltre che la frequentazione di personaggi orientali nell’ambito della salute, hanno dato conferma e ulteriore crescita alle conoscenze e un ricco sviluppo personale. Ad oggi Simone si occupa di terapie complementari in Svizzera, di prodotti ecosostenibili e biologici solo di altissima qualità, di consulenza per la vivibilità ambientale e per la salute e il benessere, consulenza per la realizzazione di giardini giapponesi, oltre a coltivare la passione per le arti giapponesi e tutti i bonsai della sua collezione. |
Simone Petronio è stato gradito ospite del Circolo bonsai Lecco venerdì 30 aprile 2010. In vista dell’esposizione al Lavello, avevamo bisogno di un esperto che ci dettasse le linee guida per posizionare le piante nella maniera più corretta possibile.
Apprendiamo, intanto, che in Giappone l’esposizione più importante (il Kokufu a Tokyo) si tiene in pieno inverno in quanto solo in questo periodo è possibile ammirare la fine ramificazione della caducifoglie. Noi occidentali apprezziamo le fioriture e le gemme primaverili ma i nipponici hanno differenti parametri di osservazione. Simone poi ci aiuta a comprendere la differenza tra piante maschili e piante femminili. Come maschili si intendono quelle piante più rudi, austere, che dimostrano una maggior sofferenza come in generale le conifere. Le piante femminili sono più delicate e fragili come caducifoglie o piante da fiore. Seguendo il concetto di Yin e Yang però, anche ogni pianta racchiude in se parti più o meno maschili o femminili. Ad esempio in un ginepro il Jin sarà più maschile della verde chioma. In un acero la gemma sarà più femminile di una foglia matura. Questa distinzione è importante per dare un equilibrio quando andremo ad esporre le piante.
Ecco quindi riassunti gli elementi da tenere in considerazione:
- Pulizia: ogni aspetto riguardante l’ordine e la pulizia delle piante deve essere curato nei minimi dettagli. Partendo dal basso il vaso va pulito accuratamente da sporco e calcare. Nel caso del gres lo si può lucidare con un panno inumidito di olio. La superficie del terreno deve essere pulita e possibilmente completamente muschiata (muschio più basso possibile). Se questo non è attuabile, in alternativa si può ricoprire il terreno con uno strato di akadama fine setacciata. Nebari e tronco vanno ripuliti, anche con uno spazzolino, da calcare sporco o muschi antiestetici. Attenzione a non eliminare preziosi licheni naturali che donano pregio e naturalezza alla pianta! La chioma va ripulita da aghi/foglie secche o rovinate eliminando anche rami secchi. Nelle conifere andrebbero pinzate le gemme primaverili che ingentiliscono troppo la pianta.
- L’inizio e la fine: anche in un osservatore non esperto di bonsai, la visione di una pianta con una certa forma va a stimolarne il subconscio. L’inizio dell’esposizione dovrebbe essere occupato da una pianta che con il suo movimento spinga l’osservatore a proseguire verso il resto della mostra, uno stile inclinato o a semi-cascata per esempio. Alla fine invece posizioneremo una pianta inclinata nella direzione opposta.
- Equilibrio: nel bonsai in generale nulla deve prevalere. Il vaso non deve essere più importante della pianta, ne viceversa. Il vaso deve essere un giusto accompagnamento in modo che l’osservatore guardi la pianta e non venga attirato solo dal vaso!
- Composizione: ogni pianta o gruppo di piante è come un quadro. Le piante possono essere disposte o singolarmente o insieme ad un’erba di compagnia, oppure in una composizione di due piante con un’erba o addirittura di tre piante. Esistono regole per ognuna di queste scelte.
Nel caso di una pianta singola non sorgono particolari problemi. Verrà posizionata semplicemente al centro. Se la accompagnamo con un erba di compagnia, questa dovrà essere posizionata sul lato verso cui tende il movimento della pianta, ad una distanza che formi una gradevole triangolarità con la chioma e non il linea con il bonsai ma leggermente spostata verso il fronte o il retro a seconda dell’effetto prospettico che vogliamo ottenere.
Nel caso di due piante con un’erba, quest’ultima sarà al centro sempre cercando la triangolarità con i due bonsai ed evitando le simmetrie. Le due piante dovranno avere un movimento l’una verso l’altra ed essere di ’sesso’ e dimensione diversi. Anche con 3 piante è bene seguire le stesse regole.
In generale bisogna essere in grado di lasciarsi trasportare dalle sensazioni che ci provoca il nostro ‘quadro’ e in base a queste correggere distanze e posizioni per ottenere la migliore armonia possibile. - Punto di vista: i bonsai andrebbero posizionati in modo da essere visti di fronte. L’occhio dell’osservatore deve arrivare al centro della pianta per poterne valutare le corrette proporzioni.
- Colori: anche i colori di piante e vasi lavorano nel subconscio dell’osservatore. E’ bene evitare cambi di colore bruschi come ad esempio passare da un ginepro (verde scuro) ad un acero palmato (rosso acceso). Per rendere più armonica la successione delle piante quindi utilizzeremo nella presentazione del ginepro un vaso tendente al rosso, o un’erba di compagnia con una vaso rosso oppure con un piccolo fiore rosso, insomma un richiamo del colore che l’osservatore ritroverà in seguito nell’acero.
- Accessori: ogni composizione può essere accompagnata altri accessori come pergamene da appendere sul retro, tavolini su cui poggiare i bonsai ecc. I suiseki possono essere utilizzati al posto delle erbe di compagnia anche se in Giappone vengono considerati come categoria a parte e raggruppati in mostre specializzate.
Petronio ha infine passato in rassegna gli esemplari dei soci offrendo utili suggerimenti per correggere e perfezionare l’impostazione delle piante. Anche piccole modifiche come un cambio di curvatura dei rami o la modifica dell’inclinazione di una pianta nel vaso possono migliorarne l’aspetto.
Ringraziamo Simone che, oltre ad averci dato preziosi consigli, ci ha ricordato che fare bonsai non è mera botanica o estetica ma anche spiritualità. Esporre un bonsai significa mostrare una parte, anche intima, di se stessi.
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